Ogni individuo necessita di una determinata quantità di sonno (la durata varia dalle sei alle dieci ore al giorno) per vivere e mantenere un buono stato di salute e benessere mentale e fisico. Il beneficio principale che deriva dal dormire consiste nell’effetto ristoratore che percepisce la persona e che permette all’organismo di avere le energie necessarie per svolgere le sue attività.
Cos’è il sonno
Il sonno è il momento in cui il corpo si riposa, l’organismo attiva funzioni di rigenerazione e riparazione cellulare, le funzioni mentali e cognitive si ricaricano selezionando e consolidando le informazioni e i ricordi, mentre la temperatura corporea diminuisce e il sistema immunitario si attiva.
I due stati di sonno e di veglia si alternano secondo un ritmo o ciclo con una periodicità più o meno regolare. Il ritmo varia in base alla specie, umana o animale, secondo l’età e le condizioni ambientali.
Dormire bene consente all’individuo di mantenere un buon equilibrio dei livelli di ansia e irritabilità, favorendo relazioni sociali e migliorando la resistenza allo stress e a eventuali malesseri fisici.
I bambini hanno bisogno di un maggior numero di ore di riposo rispetto agli adulti in quanto, durante il sonno, il loro organismo produce ormoni necessari alla crescita.
Ciclo del sonno: fase REM e fase NREM
Il sonno è composto da diverse fasi e periodi di tempo distinti ogni 90-120 minuti.
Possiamo distinguere:
- sonno paradosso o fase REM: caratterizzato da un’intensa attività del cervello, pari a quella rilevata durante lo stato di veglia; la frequenza e la profondità della respirazione (battito cardiaco) aumentano, gli occhi si muovono in modo rapido, fenomeno da cui deriva la denominazione REM (Rapid Eye Movements) e alcuni muscoli sono rilassati e in seguito paralizzati impedendo qualsiasi movimento volontario (possono contrarsi solo involontariamente). È la fase nella quale si sperimentano sogni più vividi, ovvero l’attività mentale del sonno. Durante il sonno o nel passaggio sonno-veglia possono verificarsi disturbi caratterizzati da fenomeni fisici/comportamentali associati al sonno REM che prendono il nome di parasonnie. Si tratta, ad esempio, di incubi e disturbi comportamentali, dovuti all’attivazione del sistema nervoso, e disordini della transizione sonno-veglia;
- sonno non paradosso NREM: rappresentato da circa il 75-80% del sonno totale negli adulti, si compone di 3 stadi: il primo consiste nel livello più leggero durante il quale una persona può essere svegliata facilmente. Durante il secondo stadio, la muscolatura si rilassa e possono verificarsi contrazioni muscolari. Il terzo è il più profondo ed è quello in cui la persona può essere svegliata con una difficoltà maggiore, mentre il sonno percepito è di alta qualità (avviene durante la prima metà della notte); la pressione arteriosa, la frequenza respiratoria e cardiaca sono al minimo livello e possono presentarsi incubi e sonnambulismo, oltre alla possibilità di parlare durante il sonno.
Ci sono anche momenti della notte in cui il soggetto si sveglia in modo breve e inconsapevole (fase W).
Disturbi del sonno
I disturbi del sonno condizionano la capacità di addormentarsi, di stare svegli e di rimanere addormentati (oltre a disordini del sonno come il sonnambulismo).
Le cause sono molteplici:
- orari irregolari;
- attività prima di coricarsi;
- stress;
- dieta;
- patologie (es: malattie cardiache o dolore cronico);
- stile di vita (fuso orario, turni lavorativi, consumo di alcol o caffeina);
- assunzione di farmaci (antidepressivi, steroidei, antiepilettici).
I disturbi più comuni del sonno sono:
- insonnia: il soggetto presenta difficoltà nell’addormentarsi, oppure rimane a letto a lungo senza prendere sonno, al punto da non sentire il beneficio del riposo la mattina successiva;
- eccessiva sonnolenza durante il giorno: si verificano addormentamento o assopimento durante il giorno, con risultante stanchezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione e nello svolgimento di attività quotidiane;
- paralisi del sonno (narcolessia): durante il risveglio o prima di addormentarsi la persona è consapevole e cosciente, ma incapace di muoversi e parlare (questo può provocare disorientamento e confusione). Alla narcolessia possono venire associate le allucinazioni ipnagogiche che avvengono durante la fase di transizione dalla veglia al sonno;
- apnee notturne: l’apnea notturna è un grave disturbo del sonno in cui il respiro si arresta ripetutamente per un tempo sufficientemente lungo da perturbare il sonno e, spesso, ridurre la quantità di ossigeno e aumentare il livello di anidride carbonica nel sangue.
Le persone affette dai disturbi del sonno possono manifestare:
- sonnolenza diurna;
- difficoltà di concentrazione;
- difficoltà a pensare in modo chiaro;
- difficoltà nello svolgere normali attività;
- sensazione di nausea, irritabilità o depressione;
- peggioramento dei disturbi cardiaci e metabolici.
Tutte queste manifestazioni devono essere prese seriamente in considerazione se la loro comparsa non è occasionale e incide sulla qualità della vita del soggetto. Nel caso in cui ci si senta stanchi, assonnati o si avverta qualunque dei sintomi sopra elencati, è fortemente raccomandato evitare di mettersi alla guida di veicoli, azionare macchinari complessi o intraprendere attività potenzialmente pericolose.
Disturbi del ritmo circadiano
I ritmi circadiani sono cambiamenti regolari dello stato mentale e fisico che si verificano in circa 24 ore (orologio biologico interno).
Sono controllati dal cosiddetto pacemaker circadiano (zona del cervello influenzata dalla luce), che viene stimolato da impulsi nervosi ricevuti dalle cellule della retina (parte posteriore dell’occhio) colpite dalla luce; questi segnali comunicano al cervello di interrompere la produzione di melatonina (ormone che favorisce il sonno).
Le persone affette dal disturbo del ritmo circadiano si addormentano in orari sbagliati e non riescono a svegliarsi o addormentarsi quando vogliono (o devono). Questo si verifica quando l’orologio biologico del soggetto (programma interno sonno – veglia) non è allineato con il ciclo terrestre di notte (buio) e giorno (luce).
Le cause dei disturbi del ritmo circadiano possono essere:
- danni cerebrali (ictus, trauma cranico);
- insensibilità al ciclo della notte e del giorno;
- fuso orario;
- attività lavorativa con ritmi irregolari;
- variazioni frequenti degli orari di veglia e sonno;
- lunghi periodi di immobilità a letto;
- cecità o non esposizione alla luce solare per lunghi periodi di tempo;
- assunzione di farmaci.
La diagnosi viene effettuata dal medico sulla base dei sintomi del paziente; può venire richiesto di tenere un registro del sonno nel quale annotare gli orari di veglia e di sonno per diverse settimane. Gli esami in laboratorio sono raramente necessari.
Analisi del sonno: come viene eseguita
Le caratteristiche del disturbo del sonno possono venire analizzate e studiate nel dettaglio in un apposito ambulatorio attraverso la registrazione continua dell’attività cerebrale (elettroencefalografia – tracciato che mostra le onde cerebrali a dente di sega) e tramite il tracciato oculare (evidenzia i movimenti oculari rapidi) che si verifica durante il sonno REM. In questo modo, è possibile riconoscere le caratteristiche del disturbo e intervenire di conseguenza.
In sintesi
Il sonno non è tutto uguale ma, in linea generale, è il momento in cui il corpo si riposa.
Dormire bene consente al nostro organismo, in particolare al nostro cervello, un miglior funzionamento.
Esistono due fasi e periodi di tempo distinti: sonno paradosso o fase REM, in cui gli occhi si muovono in modo rapido (Rapid Eye Movements) ed è maggiore l’attività onirica (sogni), e sonno non paradosso o fase NREM, che a sua volta attraversa tre stadi a crescente difficoltà di risveglio.
I disturbi più comuni del sonno sono: insonnia, eccessiva sonnolenza durante il giorno, paralisi del sonno (narcolessia) e apnee notturne. Se il disturbo del sonno interferisce con la qualità della vita, è fortemente raccomandato rivolgersi al medico per identificarne le cause. In particolare, è fondamentale evitare di mettersi alla guida e di utilizzare macchinari che richiedono viva attenzione.
Per quanto riguarda le persone affette dal disturbo del ritmo circadiano, esse si addormentano in orari sbagliati e non riescono a svegliarsi o addormentarsi quando vogliono (o devono).
Alcuni dei principali consigli per un riposo sereno e prolungato consistono nell’evitare di cambiare continuamente orari in cui andare a dormire o assumere comportamenti irregolari nel ritmo sonno/veglia, limitare il consumo di farmaci che possano alterare lo stato di riposo ed evitare l’assunzione di caffeina prima di addormentarsi.
Per migliorare la qualità del sonno, infine, è possibile utilizzare materassi adeguati che consentono il rilassamento corporeo e utilizzare lenzuola consone alle proprie necessità e al clima.