Considerato tra i disturbi del sonno più comuni presso la popolazione, il risveglio notturno priva il soggetto di ore di riposo, con conseguente possibile minore funzionalità durante le ore di veglia. In questo approfondimento ne saranno isolate le possibili cause e saranno illustrati alcuni consigli.
Introduzione
Per risveglio notturno – anche definito “Insonnia centrale” – si intende un’improvvisa interruzione del sonno o microrisvegli nella parte centrale della notte non motivati da fattori ambientali. Si ritiene che sia uno dei problemi del sonno più comuni (colpisce all’incirca un terzo della popolazione), con una maggiore frequenza nelle donne.
Questo disturbo è spesso accompagnato dalla difficoltà ad addormentarsi nuovamente una volta interrotto il sonno. Gli esatti effetti negativi sulle funzionalità e sulle facoltà cognitive (memoria, concentrazione) dell’individuo durante le ore diurne sono, comunque, soggettivi.
Certo è che questo disturbo, che sia sporadico o frequente, priva il riposo di una delle caratteristiche che ne determinano la qualità: il completare, senza interruzioni, molteplici cicli del sonno (addormentamento, sonno profondo, fase REM) in relazione alla propria età.
Cause dei risvegli notturni
Nel corso della notte il corpo completa più cicli del sonno. Anche se il soggetto non ne ha piena coscienza, al termine della Fase REM l’organismo ricomincia con un addormentamento leggero, che progressivamente diventa sonno profondo (Fase Non-REM) per poi chiudersi con un’ulteriore Fase REM. Gli adulti (di età compresa tra i 18 e i 60 anni), di norma, completano senza interruzioni 5-6 cicli del sonno prima del naturale risveglio mattutino.
Tra un ciclo e l’altro, pertanto, c’è un periodo in cui il sonno è meno profondo, ed è in questo momento in cui è più probabile che insorga un risveglio spontaneo. Le probabilità che questo avvenga sono maggiori se nell’ambiente in cui si dorme c’è luce – proveniente, ad esempio, da dispositivi elettronici lasciati accesi – oppure se questo non è perfettamente silenzioso.
Come per tutti i disturbi del sonno, le possibili cause possono essere molte e concomitanti:
- Condizioni mediche, come patologie a carico del sistema cardiovascolare, respiratorio, disturbi endocrini e neurologici.
- Invecchiamento. È frequente che adulti di età superiore ai 65 anni possano svegliarsi anche 3-4 volte per notte.
- Stress e ansia. Tensioni e preoccupazioni portano il sistema nervoso a provocare nel soggetto un perenne stato di allerta, che può causare l’interruzione del sonno, in particolar modo nelle fasi di addormentamento e dopo la Fase REM.
- Depressione. Sembra chela depressione impatti il sonno alterando il ritmo circadiano ed in particolare il ciclo sonno-veglia.
- Fisiologiche, derivanti per esempio dalla sete, necessità di urinare (quest’ultima ha anche un nome specifico: nocturia).
- Errate abitudini: alcool e sostanze stimolanti (es. caffè) in particolar modo se assunte la sera, nelle ore che precedono in momento di mettersi a letto, incidono pesantemente sul susseguirsi ininterrotto dei cicli del sonno.
- Alterazione dei ritmi circadiani: jet lag o turni di lavoro notturno, possono causare un’interruzione del normale ritmo circadiano, che regola il ciclo sonno-veglia, con conseguente riduzione della qualità del sonno.
Non di rado, i risvegli notturni si verificano accompagnati da altri disturbi del sonno quali insonnia, incubi ricorrenti, bruxismo – digrignamento dei denti – sindrome delle gambe senza riposo o apnee notturne.
Consigli utili
La gestione di questo disturbo si basa sull’identificazione della causa o dei fattori che lo provocano.
Sporadici risvegli notturni causati, ad esempio, da una cena abbondante o da una giornata stressante, sono ritenuti normali e non dovrebbero destare preoccupazione.
Se, però, il fenomeno si verifica frequentemente e, in particolar modo, si accompagna alla difficoltà a riaddormentarsi, questo potrebbe avere pesanti ricadute sulla qualità della vita e, soprattutto, essere indice di un serio problema di salute sottostante che deve essere approfondito e valutato dal medico.
Se si sospetta di soffrire di stress cronico o se si è vissuto recenti eventi traumatici (come un lutto o un abbandono) che si fa fatica a elaborare, e questo provoca risvegli improvvisi e impossibilità di riprendere sonno è raccomandato parlarne con il proprio medico curante.
In questo articolo abbiamo parlato di consigli utili per favorire un sonno di qualità, senza interruzioni durante la notte, che procuri benessere fisico e maggiore energia al mattino.
In sintesi
Si dice che “il sonno è la migliore medicina”. Durante il riposo notturno, infatti, l’organismo avvia numerosi processi di riparazione e rigenerazione cellulare. Allo stesso tempo un sonno di scarsa qualità, disturbato da risvegli improvvisi nel corso della notte, spesso accompagnati dalla difficoltà di riaddormentarsi, può causare, nel medio periodo, stanchezza diurna e peggioramento delle facoltà cognitive, nonché provocare irritabilità e sbalzi di umore.
Il risveglio notturno, se episodico e non ricorrente, è considerato normale. Tuttavia, alcune condizioni mediche possono determinare la comparsa di risvegli notturni più frequenti; pertanto, in questi casi è importante rivolgersi al proprio medico.
Adeguare la propria casa e l’ambiente di riposo affinché buio completo e silenzio siano garantiti, nonché evitare pasti abbondanti e sostanze stimolanti prima di andare a dormire possono fare la differenza. Attività sportiva e stress management, inoltre, possono contribuire efficacemente a un sonno indisturbato e rigenerante.